Quando un rito scaramantico può fare la differenza
Gli italiani non sono soltanto un popolo di poeti, santi e navigatori, ma anche di scaramantici. Questa specificità interessa tutto lo Stivale, in particolare il sud, bellissimo territorio dove si possono incontrare quotidianamente quei gesti che servono per scacciare il malocchio e per abbracciare la fortuna.
Non passare sotto una scala appoggiata al muro è uno di questi. Farlo sarebbe una mancanza di rispetto verso la religione cristiana, poiché il triangolo che si è venuto a formare è sacro e non può essere contaminato. Evitare di attraversare la strada quando passa un gatto nero è il miglior modo per evitare di incrociare gli occhi del Diavolo – nel Medioevo si pensava potesse assumere le sembianze di questo animale. Oltre ai gesti, al sud ci sono anche gli oggetti che non possono mai mancare per vincere la superstizione: oltre al cornino rosso, il classico amuleto che salva da ogni situazione pericolosa, c’è l’olio. Utilizzandone una piccola quantità per farsi il segno della croce è possibile scoprire se una persona è stata o meno colpita da una jettatura.
Pratiche davvero curiose
La superstizione non riguarda solo la vita di tutti i giorni degli abitanti del sud Italia, ma tocca anche altri ambiti, ad esempio quello che ha a che fare con alcune tra le più praticate discipline sportive. In particolare nel poker esiste una sorta di decalogo da seguire così da evitare di giocare mani sbagliate a causa di quelle che alcuni reputano essere piccolezze. Come il proteggere con cura le proprie carte, nel senso di “accompagnarle” con simboli tradizionali di fortuna tra cui il ferro di cavallo o il quadrifoglio. Per alcuni pokeristi averli sempre con sé può fare la differenza; Johnny Chan negli anni ’80 e ’90 era più “particolare”, visto che portava al tavolo un’arancia a grandezza naturale. Non solo: anche vestirsi in un certo modo può impattare nel corso di un torneo; John Hesp col suo abito personalizzato si aggiudicò il quarto posto al Main Event delle WSOP 2017, mentre Sebastian Sorensson grazie allo sfoggio delle sue sciarpe fortunate ha ricevuto non un premio ma almeno il soprannome di “scarf guy”. Non da ultimo i protagonisti che si sfidano sui tavoli verdi impilano le chip a disposizione per esempio in base al colore, non per un vezzo quanto per scacciare il malocchio.
Cosa succede negli altri sport
La superstizione non la si contrasta solo quando si gioca a carte ma anche quando si sta sul parquet di basket. Alcuni cestisti NBA tra cui Garnett erano soliti cibarsi di particolari alimenti per dare il meglio, nel suo caso tramite un panino con burro di arachidi e gelatina. Karl Malone, invece, quando era all’apice della carriera prese il “vizio” di molleggiarsi sulle gambe prima di ogni gara, mentre di Jeff Hornaceck si ricorda ancora oggi con stupore per il suo continuo accarezzarsi la guancia. L’immenso MJ era il re della scaramanzia, visto che sotto la divisa dei Bulls indossava i pantaloncini del college con cui aveva vinto il campionato del 1982. Passando al calcio, ecco il bacio sulla pelata da parte di Blanc a Barthez; l’acqua santa di Trapattoni; il disco ascoltato da Bruno Peasola prima di ogni partita; il divieto per tutti di indossare la maglia numero 13 voluto dall’allenatore Valerij Vasyl'ovyč Lobanovs'kyj; il pacchetto di biscotti Plasmon mangiati da Pippo Inzaghi. Nel tennis succede poi che Nadal entra sempre in campo dopo il suo avversario e impugna la racchetta soltanto con la mano destra e che Federer beve durante ogni gara 8 bottiglie d’acqua diverse non dimenticandosi di portare con sé le sue amate 8 racchette.
Nuovi gesti scaramantici
Per “nuovi gesti scaramantici” si intendono quelli che si devono assolutamente compiere quando si è a contatto con un nuovo oggetto, per esempio una casa. Quando la si acquista e si decide di andarci a vivere è bene spazzare la terra con una scopa pulita, uscire dalla stessa porta da cui si è entrati la prima volta e scacciare i mali presenti utilizzando della salvia essiccata successivamente bruciata.