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Guardia medica di Crotone: inefficienza, malasanità o un ordinario caso di “non voglia di lavorare”?

La denuncia di una cittadina crotonese: "io invalida, il medico si è rifiutato di visitarmi!"

Una serata di ordinaria inefficienza nell'ambulatorio della Guardia medica del presidio ospedaliero S. Giovanni di Dio di Crotone, a farne le spese una signora crotonese e il buon nome della struttura sanitaria locale.

Abbiamo ricevuto la segnalazione/denuncia di una signora che nella serata di venerdì 24 agosto è stata costretta (perchè chi sta male non lo sceglie lo subisce) a recarsi nell'ambulatorio della Guardia medica. Ambulatorio che presta servizio nei giorni feriali dalle 20 alle 8 e che venerdì all'orario di apertura al pubblico, per quello che riferisce la signora, era già “impegnato in una visita fori orario" e fuori standard evidentemente, che si è protratta fino a quando uno dei presenti non ha osato bussare alla porta dell'ambulatorio per accertarsi della effettiva presenza dei medici in servizio. Nulla di eccezionale in questo comportamento, che potrebbe al più essere “antipatico”, scortese e non propriamente opportuno, ma sicuramente tollerato e tollerabile.

Ebbene la dottoressa presente in ambulatorio prodiga di sorrisi con il paziente “fuori orario” all'ingresso della “nostra signora”( divenuta ad oggi querelante) ha immediatamente mostrato ostilità e poca attenzione al bisogno della stessa.

Questi i fatti raccontati dalla signora e riportati nella formale denuncia effettuata negli uffici della Questura di Crotone-

La signora ha chiesto assistenza medica perchè dalla tarda mattinata di venerdì ha iniziato ad accusare forti dolori alla nuca ed a tutto il lato destro del corpo. La signora ha spiegato alla dottoressa di essere affetta da patologia cronica invalidante, ma il medico anziché preoccuparsi di visitare la signora ha iniziato uno “scarica barile” nei confronti del medico curante, che a detta della dottoressa avrebbe dovuto occuparsi del caso e non lei.

Inutili i tentativi della signora di spiegare che la patologia comporta delle fasi acute e che credeva di poter gestire con antinfiammatori e antidolorifici assunti nel corso della giornata e che si sono rivelati inefficaci, da qui la necessità di ricorrere all'assistenza del presidio ospedaliero.

Fiato sprecato! La dottoressa seduta era e seduta è rimasta e all'ulteriore richiesta di aiuto della signora che intanto continuava a sottolineare la gravità della patologia e a ribadire la sua invalidità, la dipendente pubblica per tutta risposta ha iniziato a mettere in discussione la veridicità non del malessere( non avrebbe potuto farlo essendosi rifiutata di fatto di accertarlo attraverso una visita medica) ma dei documenti esibiti( tesserino sanitario rilasciato dall'ASP di Crotone) dalla signora attestanti la patologia e la terapia farmacologica cui si sottopone, per una malattia ,che è bene ricordare è cronica e dalla quale purtroppo non si guarisce ma si cerca di tenere sotto controllo per arginare i danni.

Spiace riferire che la signora è andata via senza ricevere assistenza, che anzi ha subito una discriminazione e che sabato mattina si è recata negli uffici della Questura per denunciare i fatti.

“La cosa che mi ha ferita maggiormente- ha raccontato la signora- è stata l'evidente “non voglia di lavorare” della dottoressa ,che di fronte una persona sofferente ha preferito restare seduta ed accampare la più variegata delle giustificazioni per il suo non lavoro. La dottoressa ha riferito nel corso della discussione di avere all'attivo già diverse denunce, quasi fosse un merito o un motivo di orgoglio... A questo punto io mi chiedo e chiedo l'opportunità da parte del servizio sanitario e in particolare dell'azienda ospedaliera crotonese di consentire che la dottoressa in questione collezioni, quasi a mò di trofei, le denunce di malcapitati ammalati” .

La malattia, come scritto, non è una scelta è una condizione in cui improvvisamente la vita ti fa ritrovare, a volte si tratta di breve parentesi, in altri casi, come in questo diviene una condizione permanente con la quale si è costretti convivere, una “nuova” condizione da gestire e certamente non aiuta né fisicamente né psicologicamente il dover scontrarsi con l'inadeguatezza di chi dovrebbe contribuire a preservare una condizione “umana e fisica” dignitosa.

Al termine del colloquio con la signora, la stessa ha rivolto un pensiero a tutti quei professionisti (medici, infermieri) del S. Giovanni di Dio di Crotone, al direttore sanitario, che lavorano onestamente e con attenzione e cura per gli ammalati, e sono oggetto spesso della riprovazione pubblica per colpa di colleghi che squalificano l'intera categoria ed arrecano un danno alla società. Medici forti di una posizione, il famoso posto pubblico, che li mette, sempre e comunque  (nonostante, a quanto parte, una sfilza di denunce), al riparo da ogni tipo di provvedimento!

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