Il Comune di Crotone ha presentato il ricorso al Tar per fermare Global Med
Lo aveva annunciato, ed alle parole sono seguiti i fatti: il Comune di Crotone, il sindaco Ugo Pugliese, hanno detto no ai nuovi permessi di esplorazioni concessi a fine 2016 dal Governo.
Il 18 febbraio il Comune di Crotone ha presentato ricorso al Tar.
In attesa che Regione e assessorato all'Ambiente, alle note stampa facciano seguire azioni a tutela della volontà espressa dai calabresi con il referendum contro le trivellazioni, in attesa che chiariscano se la notifica delle nuove autorizzazioni è arrivata prima del 31 dicembre 2016, ebbene mentre si attende, qualcuno evidentemente fa'!
Il Comune di Crotone ha deciso di agire e nel ricorso al Tar esprime severe censure rispetto alle autorizzazioni concesse dal Governo nazionale. I permessi, secondo l'amministrazione Pugliese, non tengono conto delle condizioni del territorio. Un'area interessata da fenomeni di erosione, di subsidenza e sulla quale insiste l'Area Marina Protetta, con la presenza di fauna ittica autoctona.
Con il ricorso il Comune intende tutelare la specificità di questo territorio. Se la salvaguardia del territorio, ed il no alla tecnica dell'air gun, sono tra i punti cardine del ricorso presentato, non meno importante è la censura di quella che appare una evidente violazione normativa: l'estensione delle autorizzazioni.
I permessi eludono completamente il decreto legislativo 625 del 25 novembre 1996, che vieta espressamente che un singolo gestore possa avere la titolarità di un permesso di ricerca in un’area superiore a 750 kmq. «F.R 41.GM» ed «F.R 42.GM» misurano, rispettivamente, 748,6 kmq e 748,4 kmq, quindi rispettano anche se di poco la lettera della legge. Ma sono attaccati e assegnati alla medesima compagnia, la Global Med, che si è vista quindi assegnare il permesso di esplorare un tratto di mare grande, in tutto, 1.497 kmq.
Sono queste le aree al centro del ricorso al Tar, ma non è tutto. Oltre a queste due aree, Global Med ha chiesto la concessione di un terzo blocco, denominato «d 87 F.R-.GM», contiguo agli altri, che misura 729,5 kmq. Se venisse accordato il permesso, la Global Med avrebbe di fatto la possibilità di cercare idrocarburi su una superficie di 2.226,5 kmq. Oltre a questi blocchi, tutti al largo di Crotone, Global Med ha poi ripetuto altrove la stessa identica strategia, presentando istanza di permesso di ricerca in mare per due ulteriori zone, localizzate a sud di Leuca e anch’esse contigue: la «d 89 F.R-.GM» di 744,6 kmq e la «d 90 F.R-.GM» di 749,1 kmq.
In conclusione forse è più interessante, o meglio, interessa di più il territorio, la pronuncia del Tribunale amministrativo, e non le risposte della politica/amministrazione regionale ai dubbi legittimamente sollevati nell'articolo pubblicato su www.crotone24news.it ( http://www.crotone24news.it/territorio/11447-ricorso-contro-i-permessi-global-med-termini-gia-scaduti.html ).